
Il Marocco vince il derby africano
Abdeleli, Cicoria e Alouan stendono il Mali
Sfoderando una seconda frazione più che positiva sotto il profilo del gioco, il Marocco si aggiudica il derby africano con il Mali (3-1), supera il primo turno della fase a eliminazione diretta ed entra nella “top eight” del Mundialido. La frazione d’apertura risulta piuttosto combattuta: le due contendenti si affrontano in prevalenza nella zona mediana del campo e chiamano in causa i rispettivi portieri rivali soltanto per interventi di normale amministrazione. La ripresa, invece, si apre con un’occasionissima per il Mali, che sfiora il vantaggio con Diarra. L’attaccante tira il classico rigore in movimento e calcia a incrociare sugli sviluppi di un cross dalla corsia sinistra, ma l’estremo difensore avversario evita il peggio con un prodigioso intervento in tuffo. Spronata a un maggior spirito di sacrificio dalla panchina, la compagine rossoverde forza ulteriormente il ritmo, si mostra più propositiva e sblocca il punteggio su calcio piazzato per merito di Abdeleli, il quale trasforma magistralmente una punizione dal vertice sinistro dell’area, incastra la sfera nei pressi dell’incrocio dei pali più lontano e infonde la giusta carica emotiva nei propri compagni. Il Marocco, poco più tardi, consolida il vantaggio con Cicoria, il quale capitalizza al massimo una rapida verticalizzazione, vince il duello in velocità con il diretto marcatore e non lascia alcuna via di scampo al portiere rivale proteso in uscita. Il Mali non ci sta, produce il massimo sforzo e accorcia le distanze con Dembele, il quale si coordina alla perfezione in piena area, a seguito di un chirurgico cross dalla sinistra di Diarra, deposita la sfera in fondo al sacco e riapre le sorti della gara. Il Marocco, però, si conferma una squadra di assoluto valore nel momento decisivo del match, chiude definitivamente i conti con Alouan, cinico a sua volta a tramutare in gol un avventato retropassaggio, e diventa la quinta squadra a conquistare il pass per i quarti di finale sul manto sintetico dello stadio “Fiorentini” a La Rustica.
Antonio Gravante