Finale - MAROCCO VS COSTA D'AVORIO

02/07/2018

Vincere, non c’è parola che esalti di più un calciatore giunto ad una finale. E i giocatori di Marocco e Costa D’Avorio si presentavano con questo unico pensiero nella testa alla finale del Mundialido.

 

 
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GAMBE BLOCCATE - Se c’è una partita da non sbagliare è quella che vale il titolo e le due contendenti sin da subito hanno dimostrato di saperlo bene. L’attenzione in campo si è tradotta in un primo tempo blando con passaggi sbagliati e cautela esasperata. L’unico giocatore che ha provato ad alzare il ritmo della gara è stato inizialmente Bouasse, numero 8 degli ivoriani che oltre a dettare le geometrie a centrocampo grazie al suo estro, ha recuperato spesso il pallone facendo valere il suo grande fisico. Non è bastato però il regista degli Elefanti a spezzare l’organizzazione marocchina, marchio di fabbrica della squadra nordafricana. L’unico tentativo degno di nota è arrivato da una punizione nei pressi all’area magrebina, con la palla che ha sfiorato l’esterno della rete strozzando l’urlo di gioia dei tifosi sugli spalti. 
 
PALO! - Se il primo tempo è stato il ritratto della noia, il secondo è risultato invece di quelli entusiasmanti con verticalizzazioni, contrasti, dribbling e soprattutto tiri. Il Marocco nella prima frazione ha studiato gli avversari e con gli appunti alla mano la squadra rosso verde ha cominciato a proporsi in avanti. I primi tentativi arrivano dai piedi dei due talenti migliori: Zerrad e Chaoui. Il primo ha scaldato i guantoni di Loum con un tiro al volo da fuori area mentre il secondo con un tiro in diagonale ha fatto passare i brividi sulla schiena degli avversari. Il dominio è stato evidente ma la fortuna non ha aiutato la causa marocchina. Chouby, entrato nella ripresa, recuperata la palla nella trequarti ha servito Ciaccia con un filtrante millimetrico, che a tu per tu con Loum ha superato il portiere, salvo poi vedere il suo tiro schiantarsi sul palo. Il tentativo successivo ha visto Ciaccia e Chouby a ruoli invertiti, col primo che ha servito il fantasista in area di rigore per il secondo legno marocchino. Gli ivoriani a fatica sono però riusciti ad arrivare ai supplementari con la porta inviolata.
 
LA COPPA È IVORIANA - Stanchezza, confusione e amaro in bocca. Questi tre fattori non hanno consentito ai marocchini di rientrare sul rettangolo nella maniera giusta. Dall’altro capo gli ivoriani aiutati dalla Dea bendata, hanno invece fatto valere le maggiori doti fisiche. E’ Dumbia a segnare per gli arancio verdi, con i magrebini non in grado di riuscire ad organizzare una reazione per giungere al pari.
 
Il triplice fischio del direttore di gara decreta così la fine del torneo, con la Costa d’Avorio che solleva la coppa dopo una finale combattuta quanto corretta. Per gli ivoriani è il primo titolo del torneo, il terzo consecutivo per una squadra africana dopo le vittorie di Capo Verde (2006) e Senegal (2017).
 
 
Fanner Reporter